Dai dati dell’Istat risulta che ogni italiano consuma mediamente 250
litri di acqua al giorno. Questo dato comprende però anche l’acqua
impiegata dalle industrie, dai negozi, dagli uffici, dalle scuole e non
coincide pertanto con la quantità d’acqua consumata in casa da ogni
persona. Ogni studente della nostra classe ha rilevato i consumi della
propria famiglia calcolando che per uso domestico ciascun componente
consuma tra i 100 e i 150 litri al giorno. Dunque questa è grossomodo la
quantità d’acqua che ogni italiano utilizza per bere, cucinare, pulire
la casa, irrigare il giardino, farsi la doccia, per igiene personale e
per lo scarico del wc. Proprio quest’ultimo è l’esempio lampante di come
viene sprecata l’acqua che abbiamo nelle nostre case: ogni volta che si
preme il pulsante dello sciacquone ne scorrono infatti circa 10 litri e
considerando che quest’azione si compie mediamente dalle 5 alle 7 volte
in una giornata, con un veloce calcolo si stima che il 50% dell’acqua
potabile usata da una persona viene sprecata in questo modo. Spesso lo
si preme addirittura per la semplice presenza nella tazza di un
pezzettino di carta o di un capello.
Esistono già delle tecnologie per ridurre la quantità d'acqua dello sciacquone. Basterebbe per esempio installare uno scarico a doppio pulsante che prevede un quantitativo diverso di acqua a seconda delle esigenze personali, ma anche in questo caso ne vengono scaricati almeno cinque o sei litri. Il problema di questi dispositivi, a pulsante, è che sono del tipo “premi e fuggi”, dove l’utilizzatore non può decidere la quantità di acqua. A volte ne bastano solo uno o due litri. L’ideale sarebbe quello di utilizzare dei sistemi “start and stop”, che si possano fermare; oppure, ancor meglio, dei sistemi a “manovella” dove si deve aprire (aspettare) e chiudere, esattamente come un rubinetto, in modo che anche i più pigri vengano coinvolti.
Sta certamente ad ognuno di noi cogliere la necessità di ridurre al minimo gli sprechi di una risorsa fondamentale qual è l’acqua ed usare il meno possibile lo sciacquone, ma quanta acqua potrebbe essere risparmiata se per legge tutte le nuove installazioni di sciacquoni fossero del tipo “start and stop” o addirittura a manovella?
Lo sciacquone a manovella è il dispositivo ideale per risparmiare veramente tanta acqua.
Perché non renderlo obbligatorio nelle nuove installazioni?
15 marzo 2012
La classe 4C socio-psico-pedagogico
dei Licei “G.A.Pujati” di Sacile PN
Esistono già delle tecnologie per ridurre la quantità d'acqua dello sciacquone. Basterebbe per esempio installare uno scarico a doppio pulsante che prevede un quantitativo diverso di acqua a seconda delle esigenze personali, ma anche in questo caso ne vengono scaricati almeno cinque o sei litri. Il problema di questi dispositivi, a pulsante, è che sono del tipo “premi e fuggi”, dove l’utilizzatore non può decidere la quantità di acqua. A volte ne bastano solo uno o due litri. L’ideale sarebbe quello di utilizzare dei sistemi “start and stop”, che si possano fermare; oppure, ancor meglio, dei sistemi a “manovella” dove si deve aprire (aspettare) e chiudere, esattamente come un rubinetto, in modo che anche i più pigri vengano coinvolti.
Sta certamente ad ognuno di noi cogliere la necessità di ridurre al minimo gli sprechi di una risorsa fondamentale qual è l’acqua ed usare il meno possibile lo sciacquone, ma quanta acqua potrebbe essere risparmiata se per legge tutte le nuove installazioni di sciacquoni fossero del tipo “start and stop” o addirittura a manovella?
Lo sciacquone a manovella è il dispositivo ideale per risparmiare veramente tanta acqua.
Perché non renderlo obbligatorio nelle nuove installazioni?
15 marzo 2012
La classe 4C socio-psico-pedagogico
dei Licei “G.A.Pujati” di Sacile PN