Ciao Daniele,
Mi hai
chiesto cosa pensavo della “teoria gender”. Non ne sapevo niente, ho cercato degli
articoli e delle trasmissioni radiofoniche con ospiti competenti, trovando solo interventi che negano la teoria e spunti molto interessanti. Ti scrivo quanto ho capito fino ad ora.
Alla fine di questo testo riporto la
documentazione a cui mi sono riferito.
Gender e teoria gender (o ideologia gender), sono cose diverse.
Il termine genere
(gender, in inglese), parola entrata nel nostro lessico da qualche decennio, sta
ad indicare il riconoscimento del sesso a cui si appartiene, non dal punto di
vista fisico (biologico), ma da un punto di vista culturale e sociale. Genere e
sesso non sono sinonimi. Inoltre: identità
di genere, cioè ciò che ci si sente di essere, non la si deve confondere
con il termine “orientamento sessuale”
che indica ciò che (cioè chi) ci piace dal punto di vista sessuale.
La “teoria di genere”
(teoria gender) non esiste, nel senso che non c’è nessuno che porti avanti
questa teoria o che la sostenga. Gli unici che ne parlano sono quelli che la
contestano. Esistono cioè movimenti di persone, generalmente associati
all’estrema destra cattolica e ad alcuni gruppi “aconfessionali”, che hanno
fuso le definizioni di "genderstudies" e "queer theory", risalenti
agli anni ’70 e ’80, creando una presunta “gender theory”, per poi contestarla.
Questa
teoria ha trovato voce inizialmente in Francia e in Inghilterra. In Italia è
arrivata solo in un secondo momento, portandosi dietro il termine inglese. Se
si usasse la traduzione italiana, “teoria
di genere”, forse tutto apparirebbe meno misterioso (gender si avvicina
come suono a parole tipo “androide”, qualcosa di non umano).
La
“teoria gender” sostiene, secondo quelli che la contestano, che il mondo
omosessuale (con il consenso di una parte del mondo eterosessuale) vorrebbe
abbattere le differenze biologiche dei generi (uomo-donna) per
"confondere" la mente dei bambini, sfruttando le scuole per
indottrinarli ad abbandonare la propria identità sessuale in favore di un
genere "indefinito". Essendo una teoria che non ha sostenitori, ma
solo detrattori, è anche difficile capire cosa sostiene. In altri casi la
teoria sostiene che ognuno può liberamente scegliere la sua identità di genere
indipendentemente dal sesso biologico.
Secondo
questa teoria si vorrebbe insegnare ai bambini anche a masturbarsi. Cosa che
non trova riscontro da nessuna parte. Sembra che il problema sia stato
alimentato, in passato, da un errore di trascrizione in alcune linee guida
dell’O.M.S.
In
pratica la teoria del Gender, secondo chi la nega, è una specie di complotto
internazionale che mirerebbe “all’infinocchimento” di tutta l’umanità,
appoggiato da una campagna all’interno della scuola italiana, con lo scopo di
cambiare l’ossatura fondamentale della società portando i maschietti ad essere
femmine e le femmine ad essere maschietti (dalla trasmissione radiofonica Melog
di Radio24).
Ministro dell’istruzione Stefania Giannini:
“ La teoria gender è una colossale e scandalosa truffa culturale ai danni delle
famiglie e degli studenti. Dietro l’omofobia si nasconde un maschilismo di
stile ottocentesco, causa di molti aspetti della violenza di genere e dei
numerosi femminicidi che ancora avvengono. Non è vero che tutte le componenti
della chiesa appoggiano questa teoria, per esempio il vescovo della diocesi di
Padova ha diffuso un documento che la condanna.” (dalla trasmissione
Melog di Radio24 del 16/9/2015).
Secondo Emanuele Iannini
, scienziato, professore di endocrinologia e sessuologia medica all’università “Tor Vergata”, presidente della società
italiana di medicina della sessualità (sessuologo di fama internazionale): la
teoria del gender si basa sull’idea che ebbe negli anni ’70 uno psicologo
americano di nome John Money secondo il quale i bambini nascono come delle
“tabule rase” sulle quali si può scrivere qualsiasi cosa dal punto di visita
del genere, dell’orientamento e della sessualità. Secondo l’idea di Money: “Se
educo mio figlio da femminuccia diventerà una femmina, se educo mia figlia da
maschiaccio diventerà un maschio.” Quest’idea, alla base dello spauracchio
chiamato gender, è un’idea che si è dimostrata essere completamente destituita
da ogni fondamento. Sappiamo al contrario che l’identità di genere ha una
solidissima base biologica che si afferma durante la vita fetale.
Un fantastico libro da leggere, che ha vinto il Premio
Pulitzer, si chiama Middlesex (Mondadori). Racconta proprio come l’identità di
genere sia radicata durante la vita fetale. Lo consiglio sempre ai miei
studenti
Sempre E. Iannini
dice: a scuola (e non solo) si tende a confondere l’educazione sessuale con la
lotta all’omofobia. Sulla prima si possono discutere i tempi e i modi, ma la
lotta all’omofobia, e il rispetto delle varie forme della sessualità, compreso
quello verso quelli che hanno un diverso orientamento sessuale, non è
educazione sessuale ma educazione civica, cioè insegnamento alla convivenza,
non si deve mettere in dubbio.
Uno studio scientifico appena diffuso, che sta facendo il
giro del mondo, dice che l’omofobia è sostenuta da un tratto di personalità
fortemente immaturo, una sostanziale insicurezza e un atteggiamento di paura. L’omofobia
è una condizione patologica, cioè malata. (dalla trasmissione Melog di Radio24 del 16/9/2015).
Infine, E. Iannini dice di essere completamente d’accordo
con i detrattori della teoria del gender: “Se la teoria è priva di qualsiasi
fondamento, se i bambini nascono già con una loro identità sessuale, perché io
genitore devo aver paura che una tale teoria possa impattare sulla loro
sessualità?”
In
Italia il tutto inizia probabilmente nei primi mesi del 2014, quando un gruppo
di cattolici Giuristi per la vita, fondato dall’avvocato Giovanni Amato, ha
cominciato un campagna di boicottaggio verso degli opuscoli anti-omofobia
distribuiti nelle scuole dal ministero delle Pari opportunità.
È
probabile che lo scopo principale di quella che il giornale La Repubblica ha definito “la fabbrica del pregiudizio” sia la
contrapposizione alla crescente apertura della società verso la famiglia
allargata e al matrimonio con persone dello stesso sesso.
Il
conduttore della trasmissione Melog di Radio24: questa storia mi ricorda un
documento falso, diffuso dalla polizia zarista agli inizi del ‘900. Si chiamava
“Protocolli dei Savi Anziani di Sion”,
creato per dare l’idea che ci fosse un grande complotto internazionale sionista
e massonico basato sulla disgregazione dei valori tradizionali. Anche allora
avrebbero detto, questi Savi Anziani di Sion: “Conquisteremo il mondo seminando
pornografia, dissoluzione e rovesciando tutti i valori”. Su questo documento
falso si è appoggiato gran parte dello sterminio degli ebrei durante la Seconda
Guerra Mondiale.
L’estate scorsa il settimanale l’Espresso ha denunciato in
un suo articolo le deliranti linee guida ai genitori (si veda il link seguente)
pubblicate dall’associazione antiabortista onlus, ProVita, sulla loro pagina facebook. Riporto alcune righe:
“ASPETTARE
CHE ESCA IL P.O.F (piano della offerta formativa) e LEGGERE SE CONTIENE PAROLE
COME: educazione al rispetto delle diversità o educazione di genere o
educazione sessuale (parole usate per non dire gender, ma che significano
proprio quello), e se lo contiene vuol dire che i vostri figli saranno istigati
all'omosessualità, che saranno invitati alla masturbazione precoce fin dalla
culla, che potrebbero essere obbligati ad assistere a proiezioni di filmati
pornografici, fino ad arrivare a correre il rischio di sentirsi obbligati ad
avere rapporti carnali con bambini dello stesso sesso. Queste cose sono già
accadute nelle scuole in cui il gender è stato sperimentato, Italia compresa,
producendo nei minori pianti, svenimenti e danni psicologici irreparabili!”
La “teoria gender” non è solo un tema di discussione tra
favorevoli e non favorevoli, ma ha delle ricadute non indifferenti: per paura
di contestazioni vengono cancellati nelle scuole molti progetti legati
all’educazione alle differenze, riguardanti prevalentemente le violenze di
genere.
In
Friuli, delle psicologhe sono state accusate di aver insegnato a “toccarsi” ai
bambini perché, alla fine di un gioco, il bambino metteva la mano sul petto
alla bambina (e viceversa) per capire che i cuori battono tutti allo stesso
modo.
Il
sindaco di Venezia ha messo all’indice del gender 49 libri, tra cui alcuni di
quelli che sono considerati dei capolavori dell’infanzia come il “Piccolo blu e piccolo giallo” di Leo Lionni.
Ultima
notizia di questi giorni, che ha fatto il giro del mondo: l’assessore all’Istruzione
e alle Pari Opportunità della Regione Veneto, Elena Donazzan, ha accusato il preside di una
scuola di aver sposato la “teoria gender” perché nel libretto scolastico degli
alunni, invece della voce “padre” e “madre”, ha fatto scrivere “1 firma” e “2
firma”, non sapendo, la Donazzan, che questa dicitura si usa nella scuola da
decenni.
Ricordo
che nelle pagelle scolastiche di quando ero piccolo c’era scritto: “firma del
padre o di chi ne fa le veci”. Dovrebbe essere sufficiente per preferire un
cambiamento che metta alla pari i due genitori (quando ci sono).
Il
Nordest sembra essere l’area più reattiva a questa teoria.
Tra
i numerosi articoli che si possono consultare, ne allego due, che mi sembrano
riassumere abbastanza bene la questione. Sono quelli usciti nella pagina
centrale di La Repubblica del 1
ottobre 2015. Allego anche la citata pagina facebook, con più di 1200
condivisioni (salite nel frattempo ad oltre 2000), dell’assessore Elena
Donazzan, la pagina che ha fatto il giro del mondo. Ecco i due articoli di La Repubblica:
Le
due trasmissioni di Radio24, a cui ho fatto riferimento, si possono scaricare in
podcast dal sito di Radio24. Puntate di "Melog" del 30.06.2015 e
del 16.09.2015.
Infine
pubblico il link alla circolare del Ministero dell'istruzione, dell'Università
e della ricerca del 15/09/2015 che
fornisce chiarimenti e precisazioni sulla cosiddetta "Teoria del
gender":
02 ottobre 2015
Un
caro saluto
Ruggero