Sette interessanti idee su cui riflettere:
di Giovanni Lucarelli, febbraio 2016
di Giovanni Lucarelli, febbraio 2016
“Mi
dai qualche suggerimento per fare lezioni (o giornate di formazione) più
stimolanti e creative?”, “Come posso coinvolgere attivamente i miei allievi?”,
“Come posso rafforzare e accelerare l’apprendimento di nuove competenze?”.
Diversi colleghi (ed amici) mi pongono spesso domande del
genere: in questo post ho deciso di raccogliere alcuni suggerimenti per rendere
più efficace, più innovativo (e perché no, anche più divertente)
l’insegnamento. Vediamoli insieme.
Riduci al minimo la parte frontale
Ci sono dei contenuti che è necessario comunicare: cerca di
farlo in modo chiaro e sintetico. Ti suggerisco di utilizzare poche slide
(poche, per me, vuol dire, una decina), con una (grande) immagine e poco testo.
Nella scelta delle immagini, divertiti a trovare foto “evocative” (non
necessariamente ragazze in bikini su splendide spiagge), che aiutino a
comprendere gli aspetti chiave dell’argomento che stai trattando.
Domandati: “Quali sono gli elementi
irrinunciabili della mia lezione?”, “Quale immagine (o citazione), per affinità
o per contrasto, rende meglio l’idea che intendo comunicare?”
Sfrutta tutte le modalità di apprendimento
Ci sono tre modalità
(principali) attraverso cui apprendiamo: assimilando conoscenze teoriche (learning by absorbing),
facendo in pratica (learning
by doing), grazie all’interazione e alla collaborazione con altre
persone (learning
by interacting with others).
Alterna queste modalità, proponendo delle attività in cui le
persone possano confrontarsi tra loro, rielaborare i contenuti e realizzare un
“prodotto” (cartellone, schema, ecc.) del loro apprendimento. Tra poco
ritornerò su questo concetto con qualche altra indicazione pratica.
Domandati: “Come posso ‘distribuire’ i
contenuti della mia lezione nelle tre modalità di apprendimento?”
Fai attenzione alla curva dell’attenzione
L’attenzione di chi ascolta raggiunge il massimo livello dopo
circa 15 minuti e cala vistosamente dopo i 40 – 45 minuti. Struttura il tuo
intervento in modo da proporre, almeno ogni 25 – 30 minuti, un esercizio che
consenta ai partecipanti di “attivarsi” e di mettersi in gioco. Più le persone
hanno un ruolo attivo, più apprendono e, soprattutto, più ricordano.
Domandati: “Quale attività (esercizio,
simulazione, ecc.) posso inserire nella mia lezione?”
Poni problemi (invece di teoremi)
La maggior parte delle conoscenze (dalla matematica, alla
filosofia, dall’economia, al marketing, ecc.) è stata messa a punto da persone,
particolarmente brillanti, che volevano risolvere un “problema”. Ho
notato, nella mia esperienza di docente universitario e di formatore, che è
molto più produttivo porre agli allievi una questione da risolvere, piuttosto
che esporre loro una teoria o una formula. Questo li stimola ad attivare le
proprie risorse e a “decodificare” la situazione alla ricerca di una soluzione
valida. Può capitare, a volte, che non tutti ci riescano, ma saranno molto più
curiosi e ricettivi nell’ascoltare la formulazione di altri partecipanti o
dell’insegnante. Quando, alla fine, delineerai gli aspetti chiave della teoria
(o della formula), la comprenderanno e la ricorderanno molto meglio.
Domandati: “Quale ‘problema’ posso porre
per agevolarli nella ‘scoperta’ di questa teoria?”
Stimola la curiosità
L’insegnamento tradizionale risulta, spesso, noioso, la
curiosità, invece, è una delle leve principali della ricerca e
dell’apprendimento. Che cosa hanno in comune, secondo te, Page e Brin
(fondatori di Google), Jimmi Wales (fondatore di Wikipedia), Jeff Bezos
(inventore di Amazon), Will Wright (inventore dei videogiochi di simulazione
“The Sims”)? Ho stimolato la tua curiosità con questa domanda?
Sono stati formati con il
Metodo Montessori. “Grazie a
questo metodo”, evidenzia Jeffry Dyer, docente alla Brigham Young University
(Utah), “hanno
imparato a isolare e a dar seguito al filo della propria curiosità, fino a
farne un’efficiente creatività. Per parafrasare il famoso slogan Apple, questa
è gente che non solo ha imparato presto a pensare in modo diverso, ma ha anche
capito come agire in modo differente”.
Lo so che non è facile incuriosire i ragazzi di oggi, quando ci
riesci, però, avviene una specie di “magia”
Domandati: “Quali domande (o quali
collegamenti) posso porre per stimolare la curiosità sull’argomento che sto
trattando?”
Capovolgi le abitudini (e i ruoli)
Sperimenta qualche nuova
modalità di insegnamento, magari ispirandoti ad approcci interessanti come il Cooperative Learning o il Flip teaching. Il Cooperative Learningsfrutta le potenzialità del
lavoro in gruppo. Il docente crea degli “ambienti di apprendimento”,
indica degli obiettivi e incoraggia gli allievi ad interagire in piccoli
gruppi. Le persone, in questo contesto, partecipano attivamente, condividono le
conoscenze, si aiutano reciprocamente e si sentono corresponsabili
dell’apprendimento degli altri. L’elevato coinvolgimento, cognitivo ed emotivo,
favorisce la motivazione, l’autostima e l’efficacia dello studio.
Il Flip teaching prevede
un capovolgimento della classica modalità in cui l’insegnante “dispensa” il sapere
e l’allievo recepisce passivamente. Il docente fornisce, in anticipo, contenuti
e materiali, gli allievi li studiano individualmente o in piccoli gruppi.
Durante la lezione, alcuni gruppi possono presentare rielaborazioni ed
approfondimenti, è possibile svolgere esercitazioni e simulazioni per
migliorare la comprensione e la memorizzazione.
Domandati: “Quali approcci posso utilizzare
per favorire la partecipazione attiva e la condivisione di contenuti e
conoscenze?”
Divertiti e divertili
Nella mia esperienza, quasi
ventennale, ho compreso (oltre ogni dubbio) che il divertimento favorisce
l’apprendimento. Ho ricevuto numerose testimonianze di studenti delle mie
lezioni universitarie e di partecipanti ai miei corsi che, a distanza di
diversi anni, ricordavano perfettamente i contenuti delle giornate più allegre
e divertenti. Anche il sociologo Marshall McLuhan, d’altra parte, aveva
affermato che: “Non c’è apprendimento senza
divertimento e non c’è divertimento senza apprendimento“.
Quando impariamo qualcosa di nuovo si verifica, nel nostro
cervello, un maggior afflusso di sangue nei lobi frontali, quando le conoscenze
o le attività diventano più familiari, questo afflusso tende a diminuire. Il
lobo frontale destro, guarda caso, è fortemente attivato proprio quando la
nuova esperienza è piacevole e divertente. Trova elementi simpatici e
divertenti negli argomenti che presenti, e, se ti va, arricchisci la lezione
con storielle e aneddoti spiritosi.
Domandati: “Che cosa posso evidenziare di
divertente in questa lezione?”
Insegnare è una passione che
coltivo da tanti anni (e intendo farlo per tanti anni ancora …), è un lavoro
impegnativo, a volte faticoso, ma divertente e creativo e capace di regalare
soddisfazioni e gratificazioni davvero grandi. Spero che questi suggerimenti
possano esserti utili. Io continuo, ogni volta, a sperimentare qualcosa di
innovativo alla ricerca, come ricordava il pedagogista Ceco Jan Amos Komenský, “di un metodo attraverso cui gli
insegnanti insegnino di meno e gli studenti imparino di più.”